BORRACCI
Le città esplodono
“Nel 2008 più della metà della popolazione mondiale vivrà in megacittà e nei loro sobborghi, con popolazioni prevedibilmente al di sopra dei 10 milioni di abitanti”
(Previsioni Organizzazione delle Nazioni Unite)
“E’ l’avvento dell’Homo Urbanus. Oggi sono 414 le città che vanno oltre il milione di abitanti e non s’intravede la fine la fine del processo di urbanizzazione, poiché la nostra specie sta crescendo ad un ritmo allarmante. Essa rappresenta lo 0.5 per cento del creato ma consuma il 40 per cento della produzione primaria netta della Terra. Rischiamo di finire come l’antica Roma, distrutta per esaurimento delle proprie risorse naturali”.
Jeremy Rifkin, economista, 2007
Nel 2007 si sta celebrando l’inurbamento dell’umanità.
B o r r a c c i dedica a questo evento una Personale dal titolo allarmante quanto provocatorio.
Big City Global Bang
LE CITTA’ ESPLODONO
per effetto del big bang tecnologico: di gente, di cemento, di smog, di false promesse e vane illusioni, sono i teatri nei quali le multinazionali mettono in scena la vanagloria del consumismo post tutto, i non-luoghi della sociologia contemporanea.
Dopo le Twin Towers e Punta Perotti, assemblate dall’artista in un coraggioso parallelismo tra potere e declino, i monumenti stessi e i pubblici palagi implodono, disvelando la loro vacuità/inanità rispetto alla funzione di conservazione della memoria collettiva assegnatagli dalla storia.
LE CITTA’ DISTRUGGONO
l’habitat naturale ed esprimono in deflagrante evidenza le disuguaglianze nella disponibilità delle risorse: la sola Sears Tower a Chicago, uno dei grattacieli più alti del mondo, consuma in un giorno più elettricità di Rockford nell’Illinois, città con 152 mila abitanti.
Nei dipinti di B O R R A C C I non v’è traccia alcuna di essere umano, le città divorano le individualità.
LE CITTA’ si svuotano
di identità, di cultura, di tradizioni (le chilometropoli sembrano tutte uguali) -, di umanità (Venezia, abbandonata dai veneziani, fallito il piano delle acque, crolla inesorabilmente), di pietà e dignità (i fantasmi delle metropolitane parigine, gli omicidi camorristici dei sobborghi napoletani, le favelas brasiliane sono testimonianze esemplari di tale assunto).
Chi può le abbandona, per rifugiarsi nelle zone incontaminate di provincia o nelle comunità “recintate”.
Il pittore, con il ciclo degli “Idilli” evidenzia l’artificiosità anche di queste fughe pseudobucoliche, raffigurando con colori innaturali albe e tramonti di paesaggi agresti.
LE CITTA’si riempiono
di architetture avanguardistiche, di progettualità nuove, di gallerie d’arte e di eventi culturali, mostrando i modelli futuri, anticipano movimenti e tendenze, creano il place branding delle aziende.
Alle loro esplosioni potrà seguire una ricostruzione delle trame interiori, del tessuto connettivo che anima ciminiere e grattacieli, fatto di relazioni tra persone e della loro identificazione in un continuum spazio temporale, costituito di una miscela di salvaguardia della tradizione e apertura all’innovazione.
LE CITTA’ ISPIRANO
offrono contributi emotivi agli artisti, agli stilisti, ai creativi, ai nuovi talenti.
La classe creativa crea i contenuti da veicolare, la tecnologia è il motore, il wireless l’elemento liberatorio, la comunicazione globale lo scopo.
La pittura, risorta dalle sue ceneri, si fa reportage emozionale, è ormai un escamotage per evitare le deformazioni verbali della pellicola fototelevisiva, uno strumento per fissare la verità dei sentimenti senza strumentalizzazioni.
L’artista riesce a trasmettere con assoluta fedeltà lo stato d’animo attonito di molti di noi di fronte allo strapotere dei giganti della comunicazione.
Il pittore non sceglie solo una immagine ma soprattutto uno stato d’animo che sa rendere universale.
B o r r a c c i è un reporter di stati d’animo complessi e contraddittori.
Enzo Varricchio (26 ottobre 2007)
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